La diversità per immagini, i vincitori del primo Scatta conkarma
Cos’è per te la diversità? Può sembrare una domanda sciocca e banale, ma basta soffermarsi qualche secondo per vedersi aprire un universo di risposte, nessuna giusta e nessuna sbagliata.
L’associazione conkarma vive la diversità ogni giorno, e non soltanto per i servizi che offre e gli utenti che ne usufruiscono, anche e semplicemente perché è fatta di persone. E’ proprio questo che ci permette di creare, ogni giorno, qualcosa di nuovo e d’importante. E’ la diversità che ci permette di esistere, perciò abbiamo deciso di dedicargli Scatta conkarma, il concorso fotografico realizzato in occasione di Fare è connettere – Festival della promozione sociale.
L’associazione conkarma vive la diversità ogni giorno, e non soltanto per i servizi che offre e gli utenti che ne usufruiscono, anche e semplicemente perché è fatta di persone. E’ proprio questo che ci permette di creare, ogni giorno, qualcosa di nuovo e d’importante. E’ la diversità che ci permette di esistere, perciò abbiamo deciso di dedicargli Scatta conkarma, il concorso fotografico realizzato in occasione di Fare è connettere – Festival della promozione sociale.
Volevamo capire come gli altri la vedessero, eravamo curiosi di scoprire come sarebbe stato rappresentato un concetto così ampio in un singolo istante, in un unico scatto, in un click. Sono state consegnate 25 foto. Parlavano di diversità razziale, religiosa, sessuale. Generazionale, di costumi, di sguardi e di sorrisi. Ogni foto apriva un scenario in cui il fruitore poteva perdersi e leggere la storia che preferiva, ma tutte non riportavano la diversità come qualcosa da cui nascondersi o difendersi, pittuttosto come un valore aggiunto. Le foto sono state valutate secondo criteri di qualità e tecnica fotografica, creatività, originalità e pertinenza da una giuria tecnica: insieme a me Marcello Sani, Elisa Santarelli e Alice Tinalli. Anche gli ospiti del Festival hanno potuto votare, quindi sono state scelte due foto vincitrici, una tecnica e una popolare, rispettivamente “Amori diversi” di Tudor Raluca e “Timeline” di Alba Dragoni.La prima affronta il tema dell’omosessualità, al primo sguardo sembra provocatoria: due ragazzi mano nella mano con delle suore che li precedono. Il titolo catartico, però, si riferisce all’amore romantico che vive qualsiasi coppia, l’amore in cui ci si dedica completamente e senza dubbi, l’amore eterosessuale, omosessuale o verso Dio. I colori, i vari tecnicismi e l’ambientazione ci hanno subito colpito.
“Timeline” invece racconta la diversità generazionale, un bambino che sorride fa da sfondo, quasi sfocato, alle mani di un uomo, del nonno forse. Una foto semplice ma che tocca delle corde profonde, che quasi ti trascinano indietro nel tempo verso quell’amore puro e indispensabile che solo i nonni riescono a dare. Malinconica e leggermente agrodolce, non stupisce che abbia conquistato il pubblico dell’ iniziativa.
L’esperienza è stata entusiasmante, riflessiva ed educativa e tutto lo staff ci tiene a ringraziare i partecipanti: Arianna Arezzini , Letizia Bimbi, Andrea Bizzarri, Cuccoli Marcello, Dragoni Alba, Fortini Miro, Gualdani Chiara, Gualdani Luca, Meucci Maria Diletta, Migliorini Claudio, Righeschi Enzo, Tudor Raluca.
“Timeline” invece racconta la diversità generazionale, un bambino che sorride fa da sfondo, quasi sfocato, alle mani di un uomo, del nonno forse. Una foto semplice ma che tocca delle corde profonde, che quasi ti trascinano indietro nel tempo verso quell’amore puro e indispensabile che solo i nonni riescono a dare. Malinconica e leggermente agrodolce, non stupisce che abbia conquistato il pubblico dell’ iniziativa.
L’esperienza è stata entusiasmante, riflessiva ed educativa e tutto lo staff ci tiene a ringraziare i partecipanti: Arianna Arezzini , Letizia Bimbi, Andrea Bizzarri, Cuccoli Marcello, Dragoni Alba, Fortini Miro, Gualdani Chiara, Gualdani Luca, Meucci Maria Diletta, Migliorini Claudio, Righeschi Enzo, Tudor Raluca.
E anche se il concorso è finito non smettiamo di chiederci “Cos’è per te la diversità?”.
Andrea Misseri